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Diario di viaggio 2020

23 - 24 gennaio 2020

Memorial Louis Dèlgres

23 gennaio 2020​

Alla conquista di Basse-Terre

Sveglio già da molto (effetto fuso ancora non assorbito), sono uscito presto per un buon allenamento di nuoto nelle acque cristalline di St. Anne, battute da una leggera brezza e un sole pallido ed una temperatura di circa 26 gradi.

I soliti foot runner e tanti podisti che correvano sugli oltre 300 metri della spiaggia du Burg.

 

Oggi in programma gran tour per visitare la parte occidentale dell'isola, quella più selvaggia, caratterizzata da scenari naturali mozzafiato. Il tour è cominciato dalla cascata di Carbet in Campesterre Belle-Eau. Salto d'acqua immerso nella umida foresta tropicale del Parco Nazionale della Guadalupa, raggiunto dopo 3km di: - Chi me lo ha fatto fare (fango e radici scivolatissime) - 45 minuti dopo, la natura si è poi dimostrata generosa, restituendo uno spettacolo mozzafiato. Esperienza direi positiva, ma abbigliamento proprio no.

Lasciata la cascata, via per la capitale, Basse Terre posta ai piedi del vulcano Soufrière.

La città si caratterizza per i suoi importanti siti storico-culturali come l'imponente Forte Delgrès. 30 minuti di tour con cartina, modello orientista, per visitarlo tutto, quindi meritato pranzo sul lungomare di Basse Terre opportunamente ventilato.

 

Sosta quanto mai necessaria visto che i 29 gradi si facevano sentire. Da quel momento una lunga cavalcata lungo l'estenuante e soleggiata strada litoranea, fatta di continui saliscendi, in direzione Deshaies, passando per le Trois Rivieres, piccolo porto l'imbarco per le isole di Les Saintes e sede di un parco archeologico, Roches Gravées, che conserva oltre 230 incisioni rupestri risalenti al IV secolo d.C. che rappresentano una straordinaria testimonianza lasciata dai primi abitanti della Guadalupa, ovvero gli indiani Arawak.

 

Lungo la strada incontro spiagge non belle come quelle di Grande Terre, fino ad arrivare alla tappa programmata de la Grande Anse di Deshaies.

Oltre 1 km di sabbia dorata coperte da un suggestivo palmeto di cocco sotto i quali un gran numero di turisti (Italiani compresi), si riparavano dal sole che con i suoi 28 gradi si faceva sentire.

Prima di riprendere la strada in direzione Sainte-Rose, un bel sorbetto al cocco artigianale mi ha rigenerato. Ci voleva proprio!

 

Rientro da scordare!

Quasi tre ore di traffico per un incidente sulla strada per Point-a-Pitre, per non parlare poi di quello per arrivare a St. Anne.

Una colossale perdita di tempo che non mi ha consentito di toccare la parte nord-est di Basse Terre per vedere altre meraviglie locali, come la località balneare di Sainte-Rose e la meravigliosa riserva marina di Grand Cul-de-Sac Marin.

Pazienza.

Spiaggia du Bourg

24 gennaio 2020

I gioielli di Grande-Terre

E come promesso la giornata odierna l'ho dedicata esclusivamente alle spiagge di Gosier, St. Anne e nel pomeriggio a quelle di St. Francoise. La curiosità di scovare delle piscine naturali l'ho esaudita deviando dal programma che mi ero preparato. Niente spiaggia di Tabarin, anche perché non l'ho trovata, e sosta su due piccole anse consigliate da un locale, quella de Le Havre e quella di Jacques. Indicazione azzeccata!

La prima si presentava come una insenatura di sabbia chiara con la solita vegetazione fatta di mangrovie e palme e un mare bellissimo. Per la sua bellezza era abbastanza affollata, però ne è valsa sicuramente la pena fermarsi. Sosta doverosa di un paio d'ore poi il passaggio alla spiaggia adiacente, la plage de Jacques.

 

Quest'ultima più selvaggia e carina, non certo paragonabile alla precedente. Infine, sulla strada del rientro a St. Anne, sosta sulla spiaggia deserta e lunga de Salines.

Cosa dire, oltre ad essere deserta, giusto qualche pescatore, lo scenario si presentava desolante, forse perché il bagnasciuga era ricoperto da piccoli filamenti di alghe nere, che contrastavano pesantemente con il chiarore della sabbia. Un peccato!

 

Tolta anche questa curiosità (a fine viaggio farò la top ten delle più belle spiagge visitate a Guadalupa), rientro per il pranzo facendo una sosta sulla spiaggia di le Bourg di St. Anne. Oggi il litorale offriva uno scenario incredibile per la bellezza del mare, per le presenze turistiche (c'erano pure i croceristi Costa!), e per i colori dell'affollatissimo mercatino.

 

Quando da queste parti splende il sole gli scenari cambiano, e vi assicuro che oggi St. Anne, è qualcosa di speciale.

Ne approfitto per distendermi sulla sabbia e descrivere questa prima parte di giornata a Grande Terre e organizzarmi per l'escursione di domani sulla isola della Dèsirade.

Fine 1^ parte.

A plus tard!

Spiaggia a Pointe de Châteaux

Pomeriggio a St. Francoise e ancora paesaggi e luoghi che mi lasciano d'incanto. Questa città, dal centro, si estende con una lingua di terra lunga circa 6/7 chilometri, sino ad arrivare alla punta sud-est della Grande Terre, chiamata Pointe de Châteaux. Praticamente la punta sud-est di Grande Terre. Molte le spiagge e le anse più o meno grandi che costellano entrambi i lati di questa estensione territoriale, tutte caratterizzate da una vegetazione variegata.

Dalle fitte mangrovie direttamente sul mare a piccole anse di sabbia o di scogli dove trovano dimora innocue iguane. Insomma, un luogo ideale, sia per chi piace stare a diretto contatto del mare, in piena privacy e senza affollamento di bagnanti, sia per le famiglie.

 

Avendo poco tempo a disposizione, chiaramente non le ho visitate tutte, ma ho scelto di andare su quelle pubbliche più rinomate, come quella cittadina di Raisins Clair e quella un po’ fuori da St. Francoise, di Gros Sable, conosciuta come il paradiso del surf locale. Ma prima di arrivarci, la prima sosta, doverosa per lo scenario mozzafiato che offriva, è stata la punta estrema dell'isola chiamata Pointe de Châteaux.

La visione del luogo mi ha lasciato senza parole; da un lato la grande scogliera sulla quale svettava un enorme crocifisso con un ansa che spingeva le onde a riva a grande velocità, dall'altra si apriva un'insenatura dalle acque calme e celesti. Insomma da un lato la maestosità dell'oceano aperto, dall'altra le tranquille acque del mar dei Caraibi. Un luogo speciale con vista speciale dell'isola di Dèsirade.

 

Lasciato Pointe de Châteaux, il via alla ricerca delle altre due spiagge. Sulla prima, quella di Raisins Clair, batteva un modesto vento, rendendo increspato un mare dai colori vivaci tra il verde e il celeste; l'altra, quella di Gros Sable, paradiso del surf, si presentava con una piccola insenatura all'interno della quale si estendeva una spiaggia ricoperta da grossi ciottoli di pietra.

 

In sintesi due spiagge diverse ma entrambe, come si può ben capire, frequentate da un target completamente diverso.

 

E con questo anche per oggi e tutto.

Bon nuit per voi, mentre per me è ancora vita!


Insomma!!

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