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Diario di viaggio 2022

16 gennaio

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Enjoy Guadalupa 16 gennaio 2022
Giardino botanico - Deshaies

Giardino botanico

Spiaggia La Perle - Deshaies

Spiaggia La Perle

Cascata dei Gamberi - Pointe-Noire

Salto d'Acomat

16 gennaio 2022

Basse-Terre, lussureggiante

 

E dal fascino dei paesaggi costieri di Grande-Terre, in pochi chilometri lo scenario cambia drasticamente.

Dopo aver attraversato il tratto di mare che separa le due grandi isole, il sesto giorno di soggiorno alla Guadalupa è iniziato da Basse-Terre, ala sinistra della grande farfalla, un territorio dove la biodiversità del suo ecosistema, la maestosità dei paesaggi, e i richiami storici fanno di questo angolo del pianeta una meraviglia tropicale dove il tempo sembra essersi incredibilmente fermato.

Basse-Terre, situata a ovest della Guadalupa, è un territorio particolarmente affascinante, sia per gli importanti siti storici che conserva, che per l’imponente varietà del suo ecosistema formato da foreste lussureggianti, parchi protetti e riserve marine uniche nel suo genere.

Ma anche la storia gioca un ruolo di primo piano.

Ma non voglio anticiparvi niente.

Mi limiterò, quindi, a raccontare questa sesta giornata di permanenza alla Guadalupa partendo da due distillerie che hanno fatto la storia della produzione del rum.

Partito da Le Gosier, ben tonificato da un allenamento di nuoto svolto di buon’ora nella piscina marina dell’ansa Tabarin, mi sono diretto a Sainte-Rose, primo centro di Basse-Terre, posto sul versante nord est dell’isola.

Qui, hanno sede le due citate distillerie che purtroppo erano chiuse.

Gli impianti della Bonne Mère, la prima in ordine di itinerario, erano completamente serrati, la seconda, quella di Domaine de Séverin invece, ha lasciato aperta l’immensa area di produzione caratterizzata da un lussureggiante giardino tropicale ben tenuto, che ho comunque visitato con grande interesse.

La storia della Guadalupa è strettamente legata alla coltivazione della canna da zucchero, pianta importata nei Caraibi oltre tre secoli fa quando i francesi, nel 1635, colonizzarono tutte le isole.

Oggi l’arcipelago ospita sei distillerie su Basse-Terre, una su Grande-Terre e tre sull’isola di Marie–Galante.

Quelle ancora in servizio sono quasi tutte a conduzione familiare e aperte ai visitatori con tour “ad hoc” durante i quali vengono mostrate le coltivazioni, gli impianti e rese note le fasi e le modalità di produzione di questa rinomata bevanda alcolica.

Lasciata la distilleria Domaine de Séverin, la tappa successiva è stata la cittadina di Sainte-Rose, piccolo borgo di pescatori, tradizionalmente legato alla coltivazione della canna da zucchero e alla produzione del rum e punto di partenza per le escursioni in barca o in kayak verso la riserva naturale di Grand Cul-de-Sac Marin.

La riserva, inserita dall’UNESCO nella lista nelle riserve delle biosfere, occupa una superficie di oltre 15mila ettari protetta dalla barriera corallina all’interno della quale dimorano uccelli marini stanziali o migratori, numerose specie di pesci, tartarughe, molluschi, crostacei e rettili.   

Dal locale porto è possibile imbarcarsi per raggiungere l’îlet à Fajou, e l’atollo, Ilet Caret, fazzoletto di sabbia bianca di circa 250 metri di lunghezza e 20 di larghezza, totalmente turistico, sul quale si riproducono le tartarughe Caret.

Ma Sainte-Rose si caratterizza anche per il suo splendido litorale lungo il quale prendono posto moltissime spiagge.

Dopo aver visitato il palazzo comunale, la sua chiesetta e gironzolato per le sue stradine del piccolo centro, ho iniziato il tour su quelle spiagge che più di altre tra quelli presenti lungo la costa impreziosiscono il litorale di Basse-Terre.

Sino a Deshaies ne ho visitate ben tre, tutte bellissime con una caratteristica comune: la sabbia dorata, le classiche palme di cocco e tanta altra vegetazione.

Seguendo scrupolosamente l’itinerario prefissato, la prima spiaggia che ho raggiunto è stata quella della Mambia, piccola, leggermente ventosa, con uno specchio d’acqua di color verde smeraldo e un’area attrezzata con tavoli per i picnic, molto apprezzata dalle famiglie.

La successiva, quella des Amandiers, o dei mandorli, ospita una lunga lingua di sabbia dorata costeggiata da alberi di mandorlo dove un mare turchese, privo di barriera corallina, si apre all’oceano Atlantico.

Infine, è stata la volta della spiaggia de Cluny.

Giunto sul posto ho notato che le spiagge erano invece due.

La più ampia era riservata a un grande albergo di lusso che ne vietava l’accesso, l’altra, aperta al pubblico, era molto più raccolta con due meravigliose insenature ai suoi lati di difficile accesso.

Ma secondo voi, dopo aver fatto tanta strada per scoprire queste spiagge meravigliose me ne sarei stato li impalato a domandarmi se era il caso o meno di andarle a scoprire?

Macché, non mi sono perso d’animo e con un po' di coraggio ho superato le asperità delle collinette in roccia che le proteggevano, raggiungendole entrambe e immortalandole sia con foto che con video.

Lasciata Sainte-Rose, la tappa successiva è stata Deshaies, località posta a nord-ovest di Basse-Terre dove in serata ho preso posto in un elegante appartamentino.

Deshaies è un centro abitato di oltre 4mila abitanti, rinomato per il rigoglioso giardino botanico, le lunghe spiagge dorate e le tipiche abitazioni dallo stile creolo.

Molto ben tenuto, questo borgo, oltre a ospitare spiagge ancora più belle rispetto a quelle viste a Sainte-Rose, è particolarmente rinomato per aver dato rifugio, all’interno dell’insenatura posta in centro città, alle navi corsare e a quelle belligeranti, e aver ospitato nel 1493 la nave di Cristoforo Colombo per il rifornimento d’acqua.

La considerazione che posso fare di Deshaies è che nonostante abbia un piccolo borgo praticamente concentrato su un’unica via ricca di ristorantini molto caratteristici e piccole attività commerciali, e un giardino botanico, probabilmente il più importante della Guadalupa, ha proprio nei lidi il suo punto di forza.

Tre, infatti, le spiagge da sogno presenti lungo il versante nord-ovest di Basse-Terre: Tillet, la Perle, e Grande Anse.              

La spiaggia Tillet è una piccola baia con le acque color smeraldo; la Perle è invece molto ampia, circa 800 metri di lunghezza, con acque di un celeste intenso e tante palme di cocco dove trovano riparo alcuni ristoranti e la famosa casa in legno del commissario della serie televisiva “Delitti in Paradiso”; Grande Anse, infine, è forse quella più rinomata per la sua magnifica lingua di sabbia dorata della lunghezza di quasi due chilometri, per le sue palme, i tanti locali, ristoranti e le attività commerciali posti al suo ingresso.

Per ammirarne meglio la bellezza, prima di raggiungere quest’ultima spiaggia, mi sono portato su un punto di osservazione, Point de Vue de Gadet, disposto lungo la strada statale che costeggia questa parte dell’isola.

Il mare era di un celeste intenso, grazie anche a una giornata soleggiata con la temperatura che sfiorava i trentacinque gradi e il grande costone verde che si affacciava imponente sul mare restituiva un colpo d’occhio da cartolina.

Giunto a Deshaies, ho girato per il piccolo borgo, prima per acquistare qualcosa da mangiare, successivamente per visitare la chiesa di San Pietro e St. Paul, due location della nota serie televisiva, “Delitti in paradiso”: il commissariato e il bar di Catherine e, infine, il grazioso porticciolo di pescatori.

Rigenerato da questa pausa, ho ripreso il cammino per portarmi al famoso giardino botanico, un parco di sette ettari disegnato dal paesaggista Michel Gaillard.

Una meraviglia assoluta.

Lungo l’itinerario ho visto piante esotiche come bouganville, ibiscus, orchidee e tantissime altre specie di fiori, il tutto in un contesto fatto di giganti piante tropicali.

All’interno del parco, infine, hanno trovato casa anche diverse varietà di pappagallini variopinti e simpatici fenicotteri rossi.

Le ultime tappe della giornata sono state il museo del cacao e la cascata Saut de l’Acomat.

Entrambi i siti si trovano nel comune di Pointe-Noire, conosciuta per la lavorazione del legno e la produzione del caffè; è anche un’importante porta d’accesso per alcuni siti naturalisti marini, come la famosa riserva Cousteau.

Altre sono le attrazioni presenti in questo piccolo borgo di circa 7mila abitanti.

Infatti, è possibile visitare la Maison du Bois dove oltre a conoscere le modalità di lavoro dei carpentieri, degli artigiani del legno e degli ebanisti, è possibile ammirare l'arboretum dalle essenze tropicali e la mostra sulle diverse varietà di legno della regione.

A Pointe-Noire, inoltre, è possibile visitare il parco delle orchidee e il museo du Coquillage, con la sua incredibile collezione di conchiglie provenienti da tutto il mondo.

Considerando il poco tempo a disposizione, ho concentrato però l’attenzione sulla Maison du Cacao e sulla cascata de l’Acomat.

Realizzato nel cuore di un’antica fattoria del cacao, questo ecomuseo è costituito da
un magnifico giardino botanico dove sono presenti diverse specie di alberi di cacao, una fabbrica di cioccolato artigianale con profumi creoli e un punto vendita nel quale è possibile acquistare i vari prodotti derivanti dalla lavorazione del cioccolato.

Al modico prezzo di otto euro ho acquistato il biglietto d’ingresso e accompagnato dalla guida ho visitato il laboratorio.

Lungo l’itinerario ho ammirato il giardino e, a fine tour, degustato i loro prodotti.

Una bella esperienza, ma mai entusiasmante come quella vissuta alla cascata.

Raggiunto il parcheggio in pochi minuti, mi sono avventurato alla scoperta di questa bellezza della natura, scendendo lungo una specie di camminamento tra rocce scivolose e radici di alberi.

Giunto in corrispondenza del corso d’acqua proveniente dalla cascata, con non poche difficoltà, l’ho attraversato a piedi nudi, quindi ho raggiunto il salto d’Acomat.

Questo sito, più che una cascata è un salto d’acqua dell’altezza di sei o sette metri, molto suggestivo.

Le acque confluiscono all’interno di un bacino di un colore celeste, formando una piscina naturale molto apprezzata dai turisti, che in quel momento si divertivano a tuffarsi dalle rocce più alte o, semplicemente, a rinfrescarsi.

Io purtroppo non ero sufficientemente attrezzato per concedermi un bagno rigenerante, quindi, mi sono limitato ad ammirare il posto.

Chiusa la visita di questo sito, sono rientrato a Deshaies per prendere possesso del nuovo appartamentino nel quale soggiornerò per ben quattro notti.

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